S. MARGHERITA BELICE : Palazzo Filangeri-Cutò
Il palazzo Filangeri Cutò fa da sfondo ad una grande piazza e si presenta come organismo autosufficiente, dotato di teatro, cappella, locali di rappresentanza e di un ampio giardino.Costruito sulle preesistenze di una rocca araba, si sviluppò a partire dal XVII secolo come residenza del fondatore del paese Antonio Corbera.Mantenne sempre un valore emblematico del potere feudale all'interno del territorio di S. Margherita, fino al tramonto del baronaggio alla fine dell'800.Nel 1921, dopo la vendita frazionata di alcune sue parti, inizia il lento declino del complesso, che nel 1968 venne in gran parte distrutto dal terremoto.Oggi è stato completamente restaurato ed è sede del Comune.In questo palazzo Tomasi di Lampedusa trascorse tra i sei e i vent'anni, le proprie estati. Divenuto nel Gattopardo il palazzo di Donnafugata, esso fa da cornice a poco meno della metà del romanzo.A presto.
Chiesa Madre (foto sopra)
I ruderi della Chiesa Madre, consistenti nella fiancata sinistra della chiesa con tre cappelle laterali e il cappellone centrale, ancora oggi testimoniano quanto ricca fosse negli ornamenti la Maggiore Chiesa di Santa Margherita Belìce.Il sacro tempio venne fondato dal nobile Alessandro I Filangeri sul finire del Seicento, presso l'oratorio del SS. Rosario, a fianco del palazzo Filangeri al quale la chiesa era collegata tramite una scala lignea che portava al parlatoio, da cui era possibile assistere alle funzioni religiose.L'esterno, oggi perduto, presentava una facciata barocca divisa in due ordini serrati da due estrose logge campanarie con copertura a pagoda. Gli intagli tufacei, abilmente curati, culminavano nel timpano triangolare sormontato dalla statua di Santa Rosalia a cui era dedicata la chiesa, mentre uno squisito portale a timpano spezzato e la sovrastante finestra impreziosivano maggiormente i due ordini di facciata.L'interno, ad unica navata, era arricchito da una pregevole decorazione in stucco realizzata dai noti stuccatori Bernardo e Raimondo Sesta e da affreschi realizzati dal pittore palermitano Giuseppe Meli.Sull'altare maggiore, dentro una nicchia, era posto il SS. Crocifisso in legno di quercia, opera del XIII secolo, trasferito a Santa Margherita dalla chiesa di San Nicolò in Adragna dai primi coloni venuti a risiedere stabilmente la "terra" di Santa Margherita.
Il palazzo Filangeri Cutò fa da sfondo ad una grande piazza e si presenta come organismo autosufficiente, dotato di teatro, cappella, locali di rappresentanza e di un ampio giardino.Costruito sulle preesistenze di una rocca araba, si sviluppò a partire dal XVII secolo come residenza del fondatore del paese Antonio Corbera.Mantenne sempre un valore emblematico del potere feudale all'interno del territorio di S. Margherita, fino al tramonto del baronaggio alla fine dell'800.Nel 1921, dopo la vendita frazionata di alcune sue parti, inizia il lento declino del complesso, che nel 1968 venne in gran parte distrutto dal terremoto.Oggi è stato completamente restaurato ed è sede del Comune.In questo palazzo Tomasi di Lampedusa trascorse tra i sei e i vent'anni, le proprie estati. Divenuto nel Gattopardo il palazzo di Donnafugata, esso fa da cornice a poco meno della metà del romanzo.A presto.
Chiesa Madre (foto sopra)
I ruderi della Chiesa Madre, consistenti nella fiancata sinistra della chiesa con tre cappelle laterali e il cappellone centrale, ancora oggi testimoniano quanto ricca fosse negli ornamenti la Maggiore Chiesa di Santa Margherita Belìce.Il sacro tempio venne fondato dal nobile Alessandro I Filangeri sul finire del Seicento, presso l'oratorio del SS. Rosario, a fianco del palazzo Filangeri al quale la chiesa era collegata tramite una scala lignea che portava al parlatoio, da cui era possibile assistere alle funzioni religiose.L'esterno, oggi perduto, presentava una facciata barocca divisa in due ordini serrati da due estrose logge campanarie con copertura a pagoda. Gli intagli tufacei, abilmente curati, culminavano nel timpano triangolare sormontato dalla statua di Santa Rosalia a cui era dedicata la chiesa, mentre uno squisito portale a timpano spezzato e la sovrastante finestra impreziosivano maggiormente i due ordini di facciata.L'interno, ad unica navata, era arricchito da una pregevole decorazione in stucco realizzata dai noti stuccatori Bernardo e Raimondo Sesta e da affreschi realizzati dal pittore palermitano Giuseppe Meli.Sull'altare maggiore, dentro una nicchia, era posto il SS. Crocifisso in legno di quercia, opera del XIII secolo, trasferito a Santa Margherita dalla chiesa di San Nicolò in Adragna dai primi coloni venuti a risiedere stabilmente la "terra" di Santa Margherita.
Palazzo Filangeri oggi ospita il Parco letterario Tomasi di Lampedusa e il Museo della Memoria,di cui presidente il prof.Tanino Bonifacio.Nelle foto Beatrice Feo discendente diretta in linea materna dei Filangeri di Cutò,dona al Museo di Santa Margherita Belice documenti di famiglia circa 20 alberi genealogici della famiglia Filangeri...
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