lunedì 18 febbraio 2008

la Storia dei Filangeri di Cutò dal 1045 ad oggi....





Nobilissima ed antichissima famiglia oriunda normanna che il Villabianca, e non a' guari il Ricca, dicono essere stata portata in Napoli da un Angerio normanno valoroso guerriero, seguito avendo le bandiere del duca Roberto Guiscardo verso il 1045, quindi per le sue gloriose gesta denominato coll'epiteto di strenuissimi viri ed ottenne da Ruggiero duca di Puglia il Castello di s. Adjutore fra la città di Salerno e di Sfocerà. I di lui figli Roberto, Guglielmo, Buggiero, e Tancredi, volendo eternare le glorie del padre loro si dissero da quel momento filii Angerii, d'onde Filingieri o Filangieri.Questa famiglia si distese in Napoli secondo il Campanile e l'Ammirato: ne' conti di Marsico e di Satriano, Conti d'Avellino, signori di Vetri di Lapizio ed altri. Sarebbe lungo qui ricordare per filo e per segno i tanti illustri personaggi che in varii tempi distinti si sono ne' diversi rami di questa famiglia in Napoli locchè non comporterebbe il breve spazio che prefissi ci siamo di occupare in queste carte, epperò basta per tutti citare un Gaetano Filangieri gloria e decoro degli scienziati legislatori napolitani autore dell'immortale opera della scienza di legislazione; ed un Carlo di lui figlio principe di Satriano valoroso ed erudito generale, insignito di quasi tutti i primarii ordini del mondo quale ramo viene oggi rappresentato dall'illustre principe D. Gaetano Filangieri e Moncada. Fu portata in Sicilia al dir dell'Inveges, del Pirri, e di altri insigni scrittori da Riccardo Filangieri conte di Marsico e signore di s. Marco da lui ottenuta in dote da Ricca Rosso sua consorte, figlia di Ruggiero signore di detta terra, e delle baronie di Mirto di Mazzacalar ovvero Cabuca, e Cillaro assistè detto Riccardo alla incoronazione degli Svevi Corrado e Manfredi. Sebbene il Pirri Chron. reg. tra' cavalieri che assisterono alla coronazione del rè Ruggiero fatta in Palermo nel 1129 annovera un Tancredi Filingieri. Fiorirono: un Giordano Filingieri viceré e capitan generale 1239, il di cui figlio Abbo fu bajolo di Palermo nel 1302; un Guido bajolo 1306; un 2° Riccardo straticoto di Messina 1415; un Francesco investito della terra di s. Marco con privilegio del 26 novembre 1432; un 3° Riccardo primo conte di s. Marco per diploma del 31 luglio 1453 investito del castello di Pietra di Roma, del Casale di Mirto, di Capri e Frazzano; sotto la tutela dello zio Giovanni Filingieri uno de' più rinomati capitani del suo tempo, essendosi segnalato in guerra specialmente contro i Turchi nell'Armenia, e nell'Isola di Cipro, che fu da lui tenuta col posto di governatore, ed indi adorno della onorificenza di senatore Romano sotto i Pontefici Eugenio IV e Nicolo V; un 2° Francesco investito di tutti i titoli di sua famiglia il 4 ottobre 1488; un Girolamo investito il 1497, nimicissimo del viceré Moncada che fece allontanare dalla Sicilia nel 1516; un 3° Francesco investito 1542; un Pietro governatore della nobile compagnia de' Bianchi di Palermo 1614; signore e barone di Molinazzo, Chiarastella, Amendoli, Amorosi, e Villafrati, per ragion di dote; un Vincenzo investito de' paterni e materni vassallaggi nel 1619, governatore della compagnia della Pace in detto anno; un 2° Vincenzo primo principe di Mirto per privilegio del 10 aprile 1643, bramoso di glorie militari, gran politico, governatore di Siracusa, scelto vicario generale nella guerra di Messina, e sergente generale di battaglia; più volte deputato del regno, essendo stato altresì tré volte pretore di Palermo 1663-76-85, fu grande di Spagna ereditario di prima classe; un Antonio capitano giustiziere 1686, e pretore di Palermo 1688; un Giuseppe investito il 30 ottobre 1699, più volte deputato del regno, gentiluomo di camera di rè Vittorio Amedeo, e due volte pretore di Palermo 1719-20; un 3° Vincenzo conte di s. Marco investito il 6 aprile 1725, tré volte deputato del regno 1750-66-7? gentiluomo di camera, insignito del s.Gennaro; avendo avuto l'onore di assistere all'incoronazione di re Carlo III portando in un bacile di argento la spada tempestata di gemme come riferisce La Placa; un Bernardo gentiluomo di camera, e cavaliere gerosolimitano; un Giuseppe Antonio investito di tutti i titoli di sua famiglia 9 maggio 1804, gentiluomo di camera capitano giustiziere, pretore di Palermo, consigliere di Stato e Direttore Generale di Ponte e Strade. Ed in fine una Vittoria Filangieri e Pignatelli unica figlia del precedente, che sposò Ignazio Lanza e Branciforte conte di Sommatino, cavaliere, gerosolimitano gentiluomo di camera, pretore di Palermo sino al 1833, padre del vivente Giuseppe Lanza e Filingieri conte di S. Marco e principe di Mirto ec. erede e rappresentante la nobilissima casa Filingieri conte di S. Marco, dalla quale derivarono gl'illustri duchi di Delpino residente in Messina; i principi di S. Flavia e conti di Sittafari, derivati da Gìuseppe Filingieri barone di Sittafari figlio di Pietro conte di S. Marco, nella quale linea si distinsero un 2° Pietro conte di Sittafari capitano giustiziere di Palermo 1676, primo principe di S. Flavia 1684; un Cristoforo deputato del regno e capitano giustiziere 1695, un 3° Pietro maestro razionale del r. Patrimonio, molto benemerito de' letterati e fondatore dell'accademia del Buongusto: ramo oggi estinto col passaggio di tutti i titoli nella nobilissima casa Gravina principi di Rammacca. Ed infine i principi di Cutò e marchesi di Lucca derivati da Giuseppe, Filingieri barone di Miserendino figlio secondogenito di Girolamo, conte di s. Marco. Son poi commendevoli un Alessandro principe di Cutò investito 1721, capitano giustiziere di Palermo 1726; un Girolamo capitano giustiziere 1743, gentiluomo di camera di rè Carlo III, brigadiere ne' reali eserciti, governatore della piazza di Trapani 1772 e cavaliere del S. Gennaro; un 2° Alessandro capitan generale e luogotenente generale del regno 1806, cavaliere gran croce di varii ordini; un Nicolo luogotenente generale del regno 1816, cavaliere gran croce di varii ordini; ed un 3° Alessandro gentiluomo di camera di rè Ferdinando II, capitano di cavalleria onorario, padre di Giovanna Filingieri e Clerici unica erede, nonostante il rami dei Filangeri con Nicolo' ed Alessandro figlio non riconosciuto,Nicolo' II e Maria Teresa Filangeri di Cutò congiunta in matrimonio al possidente terriero austriaco Lorenzo Perathoner,di cui ultima erede ancora Beatrice Perathoner Filangeri ,con figlia Maria Teresa e nipote ancora una volta di nome Beatrice (Beatrice Feo)(Palermo)-( artista italiana, che sta tutt'ora acquisendo il cognome della nonna e della bisnonna altresi' estintosi per sola discendenza femminile) .Arma: di rosso, con la croce d'argento caricata da nove campane battagliate di nero; supporto un'aquila bicipite di nero, armata e linguàta di rosso, coronata all'imperiale.Corona di principe, e mantello di velluto scarlatto foderato d'ermellino. A differenza della Filangieri di Napoli che arma d'argento'con la croce d'azzurro.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho nell'albero genealogico di famiglia una pro-zia di nome:
Nicoletta Spadaccino vedova Cav. Tasca Conte di Cutò, il di cui marito era appartenente alla famiglia Cutò ovvero, figlio di Tasca di Cutò e di una nobildonna Bordonaro.
Chiedo esiste una relazione?
distinti saluti
i0wfq chiocciola hotmail.com

Eterea ha detto...

Esiste un albero genealogico dei Filangieri di Cutò, consultabile on line o eventualmente in qualche biblioteca napoletana?

Anonimo ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Secondo me abbiamo tutti le stesse origini, c'e' chi dice che il nostro cognome e' Filangeri, Filingeri o Filangieri, ho avuto tante liti in famiglia, che ne pensate?